Concerti al cubo: la proposta dei designer per un’estate diversa

Si prospetta un’estate senza concerti live, ma ecco una possibile soluzione studiata in 36 ore

Vi siete mai chiesti chi ha deciso che il principale pulsante degli smartphone fosse a portata di pollice? I designer.

Chi ha progettato l’utilizzo di siti così facilmente consultabili anche dai nostri nonni? I designer.

Chi ha deciso che le posate fossero nel primo cassetto della cucina? Sempre i designer. Quegli stessi designer che, in trentasei ore, per la prima volta dal lockdown che ha inginocchiato il paese, hanno dato vita a una vera e propria jam session di persone che si sono ritrovate con il medesimo scopo: riprogettare la nostra triste quotidianità del social distancing, cercando connessioni ed empatia tra le persone non necessariamente virtuali.

(immagine di artspecialday.com)

Un’estate di rinunce

Sarà un’estate senza concerti live e già questo ci rende tristi. Un concerto lascia un’impronta significativa nella memoria di ciascuno di noi. Non possiamo rinunciarci del tutto.

Tuttavia non possiamo negare che i concerti sono un assembramento pericoloso e dunque è del tutto comprensibile che per motivi di sicurezza quest’anno saltino. Non sappiamo quando di preciso potremo tornare a vivere l’esperienza di un concerto come prima, per il momento tutti i concerti sono stati rinviati al 2021, salvo imprevisti.

Uno studio del Centre for Performance Science conferma che la musica ha un impatto importante sulla salute delle persone. Ma non solo. Pare che un concerto riduca lo stress e aumenta le sensazioni positive.

Venti minuti di live aumentano il nostro benessere del 21%, il senso di autostima del 25%, il senso di intimità e intesa col prossimo del 25% e addirittura la stimolazione mentale aumenterebbe del 75%.

Un altro studio (della Goldsmiths University di Londra) riporta che assistere a uno show live almeno ogni due settimane sarebbe un toccasana per il benessere psicofisico in grado di “regalare” quasi una decade in più. In pratica, i concerti allungano la vita.

Dunque non è estate senza concerti e non è estate senza felicità… dobbiamo per forza fare a meno dei live?

(immagine di pixabay.com)

Una possibile soluzione

Un gruppo di giovani designer hanno partecipato alla Covidesignjam, un incontro durato 36 ore no-stop, in cui alcuni dei maggiori progettisti italiani, alle prese con la difficile proiezione degli scenari futuri, si sono confrontati, hanno progettato e hanno dato vita a soluzioni concrete e applicabili.

A ideare l’incontro sono state due riconosciute eccellenze nazionali: Nois3 e Digital Entity. Tra le varie idee quella del Concerto ^3 (Concerto al Cubo), un concerto per chiunque voglia vivere l’esperienza della musica dal vivo, sentendosi al sicuro e allo stesso stimolato e appagato.

Cos’è Concerto^3?

L’idea di Concerto^3 è quella di ripensare lo spazio. Non più tutti vicini, ma tutti insieme nello stesso posto. Tutti insieme in piccoli gruppi in un’area ben definita dove poter ascoltare la musica e godersi i concerti, distanti, ma uniti nel suono.

Concerto^3 coinvolge artisti, istituzioni e organizzatori, ponendosi come intermediario e interlocutore, proponendo e individuando lo spazio giusto per i diversi tipi di concerti.

Spazio ripensato e riorganizzato affinché sia condiviso, sano e divertente. Questo modo permette agli artisti di continuare a fare un concerto dal vivo, sentendo il calore del pubblico e dà la possibilità al pubblico di vivere un’esperienza partecipata.

(immagine di pcma.org)

Come funzionerebbe un ipotetico Concerto^3?

La procedura per prendere parte ad un Concerto^3 è semplice:

1. Tramite un’applicazione si compra il biglietto e si ricevono le istruzioni per l’evento.

2. Arrivati al luogo del concerto, dopo il check-in sanitario, ogni singolo gruppo è guidato dall’applicazione alla propria cellula (uno spazio all’aria aperta delimitato da segnaletica a terra)), tramite un sentiero luminoso generato in realtà aumentata.

3. Durante il concerto, all’interno della cellula, i gruppi di amici si godono il concerto anche con le proiezioni. Sensori di movimento mandano feedback all’artista che “sentele reazioni del pubblico. Ci sarà un servizio bar a pagamento sull’app e con consegna (il pubblico non si muove). Sempre tramite l’utilizzo dell’app sarà possibile prenotare l’accesso ai bagni chimici (e sanificati ad ogni utilizzo).

4. L’uscita sarà scaglionata, ogni gruppo aspetta il proprio turno. Sempre l’app segnalerà quando si potrà uscire. Nell’attesa di uscire il pubblico sarà intrattenuto con giochi e interazioni tra cellule. Anche l’uscita è un’esperienza.

(immagine di virginradio.it)

Una buona idea oppure un flop?

Il nostro stile di vita è cambiato e non torneremo subito alla normalità, perciò bisogna riadattarsi in tutta sicurezza, senza rinunciare alle vecchie abitudini.  Concerto^3 potrebbe risultare sicuramente più macchinoso o più caro di un semplice concerto, ma al momento è l’unica fra le soluzioni a regalare un’esperienza partecipata, attraverso il calore del pubblico (elemento fondamentale per un live) e l’unica proposta che possa cancellare in qualche modo il senso di isolamento, puntando alla condivisione e al divertimento.

Varrebbe perciò la pena di sperimentare Concerto^3, per donare una parvenza di normalità a questa estate diversa e di ripresa.

A cura di Laura Imperato

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