App Immuni: la scarico o no?

L’app Immuni è arrivata questo lunedì 8 giugno 2020 sugli app store dopo molti ritardi, polemiche, poca chiarezza iniziale sulle sue caratteristiche.

Ma dopo il nullaosta del Garante per la privacy, la app è stata pubblicata e adesso si parte per davvero: d’ora in avanti la si può trovare sia sul Play Store di Android sia sull’App store di Apple. È stato anche aperto il sito ufficiale: https://www.immuni.italia.it/

Attualmente è stata scaricata da 2 milioni di italiani, ma se venisse scaricata da oltre la metà della popolazione, Immuni potrebbe consentire di contenere una possibile recrudescenza dei contagi da Sars-Cov2 e aiutare nella fase due evitando di chiudere di nuovo il Paese.

Una partenza non molto semplice

L’app sta portando con sé una scia di polemiche e inciampi tecnici. Ha dovuto superare le critiche alle icone sessiste che ritraevano una mamma con il bambino e l’uomo davanti al pc, poi cambiate nel giro di una mattinata. In seguito sono arrivati i problemi legati alla tipologia di smartphone, in alcuni casi incompatibili per scaricare la app.

Si è poi finalmente giunti al D-day e così Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia saranno le prime regioni a testare il funzionamento del contact tracing Immuni, ma già hanno espresso la loro opinione a riguardo: infatti, il Piemonte si è unito al Veneto e al Friuli Venezia Giulia nel mettere in dubbio l’utilità dello strumento. Invece, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha evidenziato la necessità di “formare il personale e costruire la rete intorno alla app” altrimenti “in sé serve a pochissimo”.

Mentre il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli ha parlato di “un’arma in più per fronteggiare Covid e per contenere il virus”. Dalla Puglia ancora, arriva l’appello dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco “Usate la app Immuni se tenete alla vostra salute“.

Quindi, da che parte stare? ‘La scarico oppure no?!’

Capiamo qualcosa in più su quest’app molto discussa.

(immagine di ilmessaggero.it)

Cos’è?

È un’applicazione pensata per aiutare a combattere le epidemie, a partire da quella del COVID-19. Consente di ricostruire i contatti fra le persone, anche incontri casuali in un negozio, nel recente passato.

Se qualcuno poi dovesse risultare positivo al virus, permetterà di intervenire subito e minimizzando la diffusione. Sempre ammesso di avere tamponi a sufficienza, ovviamente.

Immuni non dirà se ci troviamo davanti a chi ha il Covid. Al contrario, all’indomani di un test positivo, le autorità sanitarie potranno usarla per inviare un’allerta a chiunque abbia incontrato quella persona abbastanza a lungo e abbastanza vicino da essere in pericolo. È stata sviluppata dalla milanese Bending Spoons, sfruttando gli strumenti tecnici di Apple e Google su architettura decentralizzata.

Le sue caratteristiche

L’app ha due funzionalità: il tracciamento attraverso dei segnali Bluetooth di prossimità fra due telefoni, e un diario clinico. Il tracciamento è quello che permette di avvertire chi potrebbe essere stato contagiato, essendosi avvicinato a un soggetto risultato positivo.

Lo fa senza bisogno di raccogliere dati personali e non usa la geolocalizzazione. Per quanto riguarda il diario clinico invece, l’app chiede di rispondere a un questionario giornaliero sul proprio stato di salute.

Le risposte consentono di determinare se l’utente potrebbe aver contratto il COVID-19. Sulla base di questa valutazione, Immuni offre i consigli stabiliti dall’Istituto superiore della sanità.

(immagine di repubblica.it)

Come funziona l’ app Immuni?

Dopo aver installato Immuni, basterà inserire pochi dati, come il proprio Comune di residenza, e il sistema funzionerà in automatico: saranno gli smartphone sui quali è presente l’app – quando si troveranno a una distanza inferiore a un metro – a scambiarsi dei codici generati automaticamente e in maniera anonima così da poter risalire a chi è a rischio nel caso qualcuno risulti poi contagiato.

Se una persona dovesse contrarre il coronavirus, l‘Asl di riferimento farà partire un messaggio di allerta su tutti i telefoni di coloro che sono venuti a contatto, anche in maniera inconsapevole, con il contagiato

Funziona senza seguire gli spostamenti, senza conoscere l’identità della persona che la installa sul proprio cellulare, o quella delle persone con cui si entra in contatto. Si può scaricare gratuitamente e volontariamente, non accede alla rubrica, non invia sms e non chiede il numero di telefono all’utente.

Per l’assistenza tecnica è attivo il numero verde nazionale 800912491 tutti i giorni dalle 7 alle 22.

Quale smartphone bisogna avere per scaricarla?

Intanto è necessario avere i sistemi operativi aggiornati. Per l’iPhone l’app ha bisogno della versione del sistema operativo iOS 13.5. Per i dispositivi Android, almeno la versione 6 e Google Play Service nella versione 20.18.13. Dopo alcuni problemi tecnici, adesso l’app è disponibile anche sugli smartphone Huawei e dal brand collegato Honor.

(immagine di ilmessaggero.it)

La tutela della privacy

I dati raccolti saranno conservati sui singoli dispositivi e non su un server centrale. L’app non colleziona dati come il nome, cognome, indirizzo, email, numero di telefono, al contrario di quel che fanno altre applicazioni dentro e fuori l’Europa.

Non raccoglie nemmeno dati di geolocalizzazione e non manda notifiche né sms. L’identificativo trasmesso dallo smartphone agli altri telefoni nelle vicinanze, un codice, in più cambia di frequente.

Il sistema traccerà solo i contatti di prossimità tra smartphone e le informazioni potranno essere condivise solo con l’autorizzazione del proprietario dell’utente.

In pratica se dovessimo risultare positivi starà a noi decidere se consentire l’invio delle notifiche agli altri. Infine, tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale, gestito da Sogei, saranno cancellati entro dicembre 2020.

Le polemiche

Su Immuni, soprattutto fra gli addetti ai lavori, grazie alla poca chiarezza si è scatenato da tempo uno scontro ideologico a tratti con venature complottiste, che ha fatto passare del tutto in secondo piano la possibile efficacia di questo sistema.

Al momento ci sono pareri molto contrastanti su quest’app. C’è chi dice che non funzionerà, poiché il bluetooth di cui si serve Immuni funziona ad un raggio d’azione piuttosto debole, altri invece ritengono che sia assolutamente funzionale e funzionante. Il problema che moltissimi si pongono è che pur non funzionando col GPS, l’app tracci le tue informazioni, i tuoi dati e i tuoi spostamenti.

Perché installarla?

Qualora ci fossero fondamenti di verità in questo, c’è da tenere presente che non è e non sarà né la prima né l’ultima applicazione che recepisce dati personali e tracciamenti, anzi, forse le app dei social network oppure lo stesso Google Maps, che ci ritroviamo ad usare quotidianamente, sono ancora più “invadenti” in materia di privacy.

Dunque, perché porsi il problema proprio con un’applicazione che può spingere a raggiungere un obiettivo comune contro il Covid-19?

Link utile: http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4852

Articolo a cura di Laura Imperato

*Immagine di copertina da foggiareporter.it

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