Coronavirus: quello “Zac” matematico che aiuta a rassicurare e fare chiarezza

Si chiama «erre con zero» ed è un numero che indica le persone che in media, ogni individuo infetto contagia: se quella cifra è inferiore a 1, la diffusione del virus si arresta da sola

Ora che il Coronavirus è arrivato in Italia, non basta più fare distinzione fra verità o fake-news: ormai tutti (o quasi) sono contagiati dal panico irreversibile e perciò le strade si svuotano così come gli scaffali dei supermercati.

Però, in mezzo a tale senso di instabilità, per fortuna, c’è un che di razionalità, di matematica anzi, che potrebbe quasi portare ad un assestamento del virus, facendo chiarezza e previsione futura della faccenda del COVID-19.

Stiamo parlando della matematica del contagio.

(Immagine di 3bmeteo.com)

Che cosa si intende per matematica del contagio

Rivolgiamo la nostra considerazione alla matematica in maniera attenta, poiché se rinunciassimo a farlo, rischieremmo di non capire granché di quanto stia realmente accadendo nel mondo e di lasciarci prendere, come molti in queste ore, da suggestioni poco fondate.

La matematica del contagio altro non è che un calcolo e si applica ogniqualvolta ci si trova difronte ad un virus/un’epidemia. Pronti a calcolare insieme?

(Immagine di scuolainforma.it)

Iniziamo!

Per cominciare dividiamoci in tre gruppi cercando di distinguere la popolazione, cioè tutti noi, in maniera grossolana. Ci sono:

  • I Suscettibili (S), cioè le persone che potrebbero essere contagiate.
  • Gli Infetti (I), coloro che sono già stati contagiati.
  • I guariti, detti anche i Recovered (R), cioè quelli che sono stati contagiati, ne sono usciti e ormai non trasmettono più il virus.

Possiamo immediatamente riconoscerci in una di queste categorie, le cui iniziali formano il nome SIR. Il SIR è il modello a cui gli epidemiologi si rivolgono in queste settimane. Dentro il modello SIR, si nasconde un numero, diverso per ogni malattia.

Questo numero viene indicato convenzionalmente come R0, «erre con zero», e il suo significato è di facile interpretazione: R0 è il numero di persone che, in media, ogni individuo infetto contagia a sua volta.

AD ESEMPIO:

Per il morbillo, R0 è stimato intorno a 15. Vale a dire che, durante un’epidemia di morbillo, una persona infetta ne contagia in media altre quindici, se nessuna è vaccinata.

INVECE:

Per il coronavirus, la stima di R0 è intorno a 2,5. Quindi vuol dire che una persona infetta da coronavirus contagia circa altre 2,5 persone.

Questo significa che se ci sono 20 persone affette da coronavirus, queste 20 guariscono, ma ne hanno già contagiate 40 e queste 40 anche se guarite, ne contagiate 80 e così via, esattamente ciò che sta accadendo in questi giorni di picco epidemico. Quello che c’interessa sapere è come bloccare questo picco e… sorpresa! Le cose vanno davvero bene quando R0 è inferiore a 1. Perché se ogni infetto non contagia almeno un’altra persona, la diffusione si arresta da sola.

Quindi il nostro obiettivo in questo periodo storico è ridurre R0 fino a farlo diventare minore di uno

(Immagine di 105tv.it)

Come si fa?

Supponiamo che io abbia contratto il coronavirus e dunque sia contagiosa, ma non esco di casa per tutto il tempo che serve a far passare il virus. Trascorso il tempo necessario il mio apporto al contagio sarebbe pari a 0 perché sono guarita. Quindi se tutti ci barricassimo in casa, per il tempo che serve, il virus sparirebbe.

Ovviamente è una cosa irrealistica, non possiamo congelare la vita di tutto il mondo e nemmeno quella di un piccolo paese. Tuttavia questo non è strettamente necessario, perché basterebbe soltanto tener conto del fattore R0.

Se però (anche non stando barricati h24 in casa) riuscissimo a rendere molto più difficili i contatti con le altre persone (quindi evitando luoghi pubblici super affollati, i contatti frequenti, gli assemblamenti pubblici… è il caso delle scuole) riusciremmo a rendere inferiore a 2,5 R0 facendolo calare ad 1,5 o anche meno, perché fisicamente non c’è l’occasione per il contagio.

Ma forse è per questo che le autorità ci impongono di annullare eventi, chiudere scuole e così via? Ovviamente si!

(Immagine di nextstopreggio.it)

Come si ridurrebbe matematicamente il numero dei contagiati

Supponiamo che con le varie restrizioni si riesca a portare R0 a 0,8

Ricordate l’esempio delle 20 persone? Ecco, noi avremo sempre queste 20 persone contagiate, ma 20 per 0,8 fa 16.

Quindi ne contagiano 16. Le 20 persone guariscono e ne restano 16 contagiate. 16 per 0,8 fa 13. Quindi ne contagiano 13.

Le 16 persone guariscono e i contagiati restano 13.

13 per 0,8 fa 10 e quindi poi avete capito che da 10 si passerà ad 8 e pian piano il contagio SCOMPARE.

(Immagine di facebook.com)

Tirando le somme

A conti fatti possiamo comprendere che il motivo principale di tutte queste restrizioni non è la protezione del singolo (che per carità, è importante perché è il fine ultimo di tutta la faccenda) ma è -come molte misure della sanità pubblica- il controllo dell’infezione e fare il bene della collettività.

Non mi sorprende ad oggi vedere gente che fa scorte di cibo come se si stesse andando incontro ad una guerra, oppure -al contrario- leggere commenti di persone che puntano il dito verso il lavoro sbagliato delle autorità.

Non mi sorprende perché c’è disinformazione, e questa disinformazione favorisce un virale aumento di informazioni false e terrorizzanti che fanno abboccare facilmente le persone all’amo dell’inconsapevolezza.

Perciò mi auguro che gli stessi media affidabili siano divulgatori degni di essere chiamati tali al fine di diffondere razionalità e calma, confidando e adempiendo agli ordini provenienti dall’alto.

(Immagine di regione.lombardia.it)

Link ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

Articolo a cura di Laura Imperato

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