Il fatto della settimana: l’ascesa di Matteo Salvini


I giorni successivi alle elezioni europee ci hanno regalato un dato chiaro ed inequivocabile, ad oggi Matteo Salvini è il leader politico di spicco in Italia e in gran parte d’Europa.

Il confronto con il 2014

Alle scorse elezioni europee, la Lega aveva totalizzato poco più del 6% dei consensi elettorali, e per un partito dichiaratamente anti-europeista all’epoca sembrò anche tanto.

Oggi a distanza di quattro anni la Lega è arrivata ad accumulare oltre il 34% dei voti.

In poco più di anno ha raddoppiato i voti andando a diventare il primo partito politico italiano a discapito del Movimento 5 stelle.

I motivi dell’ascesa

La domanda che sorge spontanea al cittadino medio, disinteressato dai giochi di palazzo e magari con un’idea politica non del tutto chiara è; come ha fatto in così poco tempo Matteo Salvini ad accumulare tutti questi consensi?

La risposta non è del tutto definibile, di certo il leader della Lega è stato abile nell’insediarsi tra le paure e le incertezze del popolo italiano.

I punti cardine della sua campagna elettorale sono sempre stati gli stessi: sicurezza e tasse; due nervi scoperti degli italiani; che negli ultimi anni si sono sentiti lasciati soli da una classe politica che ai molti è apparsa lontana anni luce dai problemi quotidiani della gente.

La crociata di Matteo Salvini contro i migranti parte da lontano, il Leader del Carroccio ci ha parlato per mesi e mesi dei pericoli che questi sbarchi ci hanno lasciato, ha parlato di come questi esseri umani siano di fatto un pericolo per la sicurezza di tutti noi italiani.

Una cosa è certa, l’immigrazione incontrollata che c’è stata in questi anni ha rappresentato un qualcosa di strano ed anomalo.

(Foto di tpi.it)

E’ assurdo che l’Unione Europea non si sia fatto carico di questo nuovo fenomeno di massa; lasciando per lunghi tratti il nostro paese a gestire da sola questo flusso enorme di esseri umani.

Perché è di questo che stiamo parlando alla fine, di esseri umani e non di oggetti.

Sentire il leader del maggior partito italiano (ad oggi) parlare con un certo menefreghismo di questi disperati lascia francamente interdetti.

Utilizzo dei Social

(foto di agi.it)

Matteo Salvini è stato abilissimo a capire il potenziale che i Social Network rappresentano in questo momento storico.

Facebook e Instragram rappresentano i maggiori canali di comunicazione di Salvini.

I social hanno un potere democratico senza eguali, chiunque di noi può esprimere un proprio concetto nello spazio di pochi caratteri e spesso le persone si informano più sui social che dai telegiornali.

Quello che non fanno i social è approfondire, o meglio gli utenti non lo fanno (di norma); spesso ci si ferma a guardare un’immagine, o a leggere semplicemente una frase d’impatto.

Salvini nel gestire questi nuovi canali di comunicazione è stato abilissimo, è passato negli anni dalle immagini delle felpe della polizia a quelle dei rosari cristiani, non disdegnando selfie nei luoghi delle recenti tragedie italiane, quasi a rimarcare continuamente una presenza che è più virtuale che reale.

Eppure questa formula che a tratti può sembrare superficiale si è rilevata vincente per Salvini.

Il clima di paura e di diffidenza che si respira nelle strade alla fine gli ha dato ragione; perché è di questo che stiamo parlando, di un clima di diffidenza verso l’estraneo, verso chi non conosciamo.

Di fatto per certi aspetti siamo tornati indietro nel tempo, lo slogan “prima gli italiani” che apparentemente può sembrare sacrosanto; nasconde dei significati che dal punto di vista morale lascia quanto meno perplessi nel 2019.

Nuovi scenari

(Foto di theitaliantimes.it)

Adesso potrebbero cambiare anche gli scenari nel nostro paese, lo scontro tra la Lega e il Movimento 5 stelle appare solo rimandato nel tempo, come una “bomba” ad orologeria pronta solo ad esplodere.

Matteo Salvini però ci tiene a rimarcare che la sua intenzione è quella di continuare con questo governo giallo-verde per i prossimi quattro anni.

Gli addetti ai lavori sono scettici e francamente i segnali di una rottura imminente sono chiari ormai a tutti.

A cura di Vincenzo Torino

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