??Btp ai minimi con l’ aiuto dell Europa
Il costo del debito pubblico italiano a lunga scadenza ha toccato un nuovo minimo storico all’asta BTp di ieri: il Tesoro ha rifinanziato infatti 3 miliardi di titoli a 10 anni ad un rendimento inferiore all’1 per cento.
Nello specifico allo 0,88%, il tasso più basso di sempre. Quello di ieri è stato il primo collocamento a lunga scadenza da quando la Bce ha comunicato ai mercati la decisione di rilanciare il piano di stimoli monetari.
I tassi in asta, in netto calo anche nel caso dei BTp a 5 anni (3,75 miliardi piazzati allo 0,26%) e dei CCTeu non hanno fatto altro che adattarsi ai livelli del mercato secondario dove i BTp da tempo stanno facendo registrare performance notevoli.
Il rally dei titoli italiani è iniziato a giugno quando Draghi per la prima volta ha fatto capire di essere pronto a rilanciare il Qe e quando si è trovato un accordo in sede europea sul nome di Christine Lagarde per la presidenza della Bce.
Nei mesi successivi questo rally si è intensificato grazie a due sviluppi chiave sul fronte politico: l’accordo con la Ue sul bilancio che ha scongiurato la procedura di infrazione e il cambio di governo.
Un’ ultima accelerazione infine si è vista con l’ufficializzazione dei nuovi stimoli monetari da parte della Bce. In questo contesto, decisamente più favorevole, l’Italia si appresta a comunicare ai mercati le linee guida della prossima legge di bilancio.
I numeri ufficiali saranno resi noti lunedì con la pubblicazione della nota di aggiornamento al Def ma è probabile che l’esecutivo voglia spingere per un deficit al 2,2 per cento.
Numeri che non si discostano più di tanto dal 2,4% proposto un anno fa dall’esecutivo giallo verde e che, benché ufficiosi, non sembrano aver turbato più di tanto gli investitori a differenza di quanto accaduto l’anno scorso.
Tutto questo grazie al modo con cui il nuovo governo si approccia all’Europa».
??Wall Street non trema sul rischio impeachment per Trump
Gli indici della borsa americana hanno aperto in leggero calo dopo la chiusura positiva. Il tema politico domina la scena, ma non spaventa gli investitori.
Resta poi sempre vivo il tema dei rapporti commerciali con la Cina. Wall Street ha aperto in lieve calo la seduta odierna, dopo che la Commissione per l’Intelligence della Camera Usa ha pubblicato la denuncia di un informatore sulla chiamata tra il presidente statunitense, Donald Trump, e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha portato all’avvio della procedura per l’impeachment dell’inquilino della Casa Bianca.
L’informatore sostiene che c’è stato un tentativo all’interno della Casa Bianca nei giorni successivi alla chiamata del 25 luglio con Zelensky per “bloccare” tutti i documenti ad essa correlati, “in particolare la trascrizione parola per parola della chiamata che era stata realizzata dalla Situation Room della Casa Bianca”.
Nel frattempo gli investitori si stanno focalizzando anche sulle ultime notizie commerciali e sui dati macroeconomici Usa, che non hanno riservato sorprese negative, confermando la lettura preliminare sul Pil Usa nel secondo trimestre e la buona dinamica del mercato del lavoro.
Dow Jones e Nasdaq
Così, il Dow Jones sta perdendo dello 0,05%, l’S&P 500 lo 0,22% e il Nasdaq Composite lo 0,28%.
Nello specifico, la crescita del Pil Usa, nella lettura definitiva del secondo trimestre 2019, è stata lasciata invariata al 2%, in linea con il consenso degli economisti.
Il dato è in calo rispetto all’incremento del 3,2% del primo trimestre 2019. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono aumentate di 3mila unità a quota 213mila (212mila unità il consenso degli economisti contattati dal Wsj).
Tornando agli sviluppi commerciali, “l’affermazione di Trump che un accordo con la Cina potrebbe arrivare prima di quanto la gente si aspetta supera tutti gli altri fattori destabilizzanti che circondano la sua presidenza”, indica Connor Campbell, analista finanziario di SpreadEx.
Tuttavia, alcuni osservatori restano scettici sulla reale sostanza delle dichiarazioni del presidente e indicano che un accordo difficilmente arrivera’ a breve e l’incertezza potrebbe rallentare ulteriormente la crescita globale.
“È improbabile che Stati Uniti e Cina arrivino a una risoluzione delle controversie commerciali o a concordare una riduzione dei dazi, prima delle elezioni presidenziali americane del 2020″, commenta Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM.
Per questo motivo, prevede l’esperto, “la crescita globale potrebbe rallentare bruscamente fino a meno del 3% nel 2020 e negli Stati Uniti essere spinta al ribasso fino a 0,5 punti percentuali”.
Negli Usa, “il rallentamento dovrebbe restare limitato alla produzione e agli investimenti”, continua Jung, sottolineando la resistenza nel settore dei consumi privati.
Nel frattempo, il cambio euro-dollaro sta trattando poco mosso a 1,0959, mentre sull’obbligazionario, il rendimento del T-Note biennale si è assestato all’1,639% e quello decennale all’1,682%.
??Cina, gli utili industriali tornano a scendere
I profitti delle industrie cinesi si sono contratti del 2% annuo ad , dopo il rialzo (+2,6%) segnato a luglio, appesantiti dalla debolezza della domanda, fiaccata anche dalla guerra commerciale tra Usa e Cina.
I profitti delle industrie cinesi si sono contratti del 2% annuo ad agosto, dopo il rialzo (+2,6%) segnato il mese precedente, appesantiti dalla debolezza della domanda, fiaccata anche dalla guerra commerciale tra Usa e Cina.
Lo ha riferito l’istituto nazionale di statistica, ricordando che i profitti hanno imboccato un trend in discesa dalla seconda metà del 2018, nonostante qualche episodico rimbalzo.
??Giappone, +0,4% l’inflazione core di Tokyo a settembre
Il dato segnala le difficoltà della Banca del Giappone nel centrare il target sui prezzi, attualmente al 2%.
L’indice dei prezzi al consumo di Tokyo, importante indicatore dell’andamento dell’inflazione nipponica, ha registrato un rialzo dello 0,4% annuo a settembre, in calo dallo 0,7% del mese precedente e al di sotto delle attese degli economisti.
Il dato segnala le difficoltà della Banca del Giappone nel centrare il target sui prezzi, attualmente al 2%.
Il presidente della Banca centrale, Haruiko Kuroda, ha ribadito ieri di essere pronto ad allentare ulteriormente la politica monetaria se necessario.
✅TOP E ❌FLOP DELLA SETTIMANA
TITOLI TOP
Vigoroso rialzo per Italiaonline Rsp, che archivia la sessione in forte guadagno, sopravanzando i valori precedenti del 53,59%.
La partenza è stata effervescente per il titolo che ha iniziato la sessione odierna a 1.390 Euro posizionandosi sopra il top della seduta precedente difeso per l’intera sessione, prima di terminare a 1.390 sul valore più elevato di seduta.
L’analisi del titolo eseguita su base settimanale mette in evidenza la trendline rialzista di Italiaonline Rsp più pronunciata rispetto all’andamento dell’indice di riferimento.
Ciò esprime la maggiore appetibilità verso il titolo da parte del mercato.
Grande giornata per l’azienda Alfio Bardolla leader in Italia nel settore della formazione finanziaria personale, che mette a segno un rialzo del 34,54%.
I primi passi sono stati all’insegna della neutralità per il titolo, che ha proseguito in ascesa nel corso della sessione, per terminare in volata a 2,61, prossimo al valore più alto della seduta.
Se si confronta l’andamento del titolo con l’indice FTSE MIB, su base settimanale, Alfio Bardolla mantiene forza relativa positiva rispetto all’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +30,5%, rispetto a -0,48% del principale indice della Borsa di Milano).
TITOLI FLOP
Seduta trascurata per Micron Technology, che archivia la giornata con un timido 0%.
La partenza è stata in sintonia con i valori di chiusura precedenti ed una sostanziale stabilità è stata mantenuta nel corso della sessione, con chiusura in crescendo in prossimità del livello più alto a 38,05.
Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello dell’indice Swiss Market. Al momento, quindi, l’appeal degli investitori è rivolto con più decisione a Micron Technology rispetto all’indice di riferimento.
A picco Casta Diva Group, che chiude gli scambi con un pessimo -10,11%.
L’inizio di giornata è stato buono per il titolo che ha mostrato un primo valore di 0,542 Euro inferiore al prezzo più alto della vigilia, per poi perdere forza nell’arco della riunione e terminare a 0,48 attorno al valore inferiore della seduta.
Lo scenario su base settimanale di Casta Diva Group rileva un allentamento della curva rispetto alla forza espressa dal FTSE MIB. Tale ripiegamento potrebbe rendere il titolo oggetto di vendite da parte degli operatori.
Articolo a cura di Vincenzo Balzano
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