Spesso mi fanno questa domanda. Molto spesso.. Anzi, persino troppo. Sapete perché dico “troppo”?
Perché è una domanda che secondo me non ha neppure ragione di essere posta. E il perché, per i lettori di questa rubrica, dovrebbe essere chiaro. Perché la risposta può sempre e solo essere una: Dipende…
Dipende da una miriade di fattori, fra cui ad esempio: l’età, il carattere, personalità, dal lavoro per il quale si sta sostenendo il colloquio, dal tipo di azienda/struttura in cui ci si trova, dalle precedenti esperienze lavorative e dai ruoli che si è ricoperto, dalla città in cui viviamo, da ciò che abbiamo scritto sul tuo curriculum, dal messaggio che vogliamo trasmettere prima ancora di aprir bocca e da tanto altro ancora.
Insomma, dipende.
Quindi per tutti quelli che hanno cercato su Google “come vestirsi per un colloquio di lavoro” sperando in una rapida risposta rapida, ho una brutta notizia: avete sbagliato approccio.
Cominciamo quindi a prendere appunti su gli errori da non commettere e sulle mosse giuste da fare:
Prima regola.
Mettete in elenco numerato i fattori che ho indicato in precedenza. La lista che ne verrà fuori, da sola vi farà capire quali sono le varianti da tenere in considerazione.
Il vostro abbigliamento per un colloquio di lavoro deve rispecchiare al millimetro la vostra reale personalità. Non quello che vorreste essere, ma ciò che realmente siete.
Diversamente la persona che avete davanti se ne accorgerà. Quindi non sono ammessi trucchetti in questo caso. Non sperate di farla franca.
Ad esempio: Se sei un postino, non puoi vestirti per un colloquio come se fossi un manager di una multinazionale o un imprenditore. Non ha senso.
“Eh ma al colloquio devo essere elegante, quindi metto la camicia bianca e il completo nero” Sì, come no… A parte che quello che ho descritto non è elegante, ma solo formale, in ogni caso il principale errore che commettono gli uomini in queste situazioni è appunto esagerare con la formalità.
Con il risultato che sono tutti uguali! Impossibili da distinguere nelle sale d’attesa, e dunque anche nella mente di chi esamina.
Se non impariamo a distinguerci dagli altri, e soprattutto a vestirci secondo la nostra personalità, non potremo mai sperare di lasciare un segno nella mente di chi ci esamina. Ecco perché non esistono formule magiche valide per tutti. Ognuno deve trovare il proprio stile, in base a tutti i fattori che abbiamo elencato. Così facendo non solo saremo pronti per il colloquio di lavoro, ma avremo anche scoperto le radici dell’eleganza maschile.
Certo, perché l’eleganza è la capacità di sapersi vestire in base alla propria personalità, al carattere, al ruolo nel mondo, al proprio fisico… Eleganza è imparare ad adattare ed abbinare l’abbigliamento e il look alle proprie caratteristiche. Non a quelle che si trovano in una copertina.
Stesso discorso vale per il colloquio. Quindi io direi che per non sbagliare non possiamo improvvisare e per non farlo possiamo avvalerci di una serie di linee guida, che per tenerle bene a mente ho pensato di elencare in forma di doveri. Sai mai che in questo modo ci restino più impressi… Orbene, ecco cosa fare:
+ Dobbiamo innanzitutto distinguerci, ma senza sembrare troppo eccentrici.
+ Dobbiamo trovare la giusta misura, sulla linea sottile che separa la perfezione elegante da una figuraccia madornale.
+ Dobbiamo vestirci in maniera sobria, ma non piatta e scontata.
+ Dobbiamo essere formali ma nemmeno troppo ingessati .
+ Dobbiamo aggiungere un tocco di stile personale, ma senza che questo sia troppo appariscente… (ad esempio grazie a una pochette colorata, senza però lasciarla “sbuffare” fuori dal taschino in maniera disordinata, come si può fare in qualsiasi altro contesto.)
+ Dobbiamo innanzitutto essere modesti e rimanere nei limiti del lavoro per il quale si sta sostenendo un colloquio (è inutile vestirsi come un ministro della repubblica se tanto poi dovremmo lavorare in cantiere. Anzi, non solo inutile, ma persino controproducente.)
+ Dobbiamo trasmettere serietà e rispetto, ma senza “intimorire” chi abbiamo di fronte. Se ci presentiamo in maniera troppo perfetta e precisa, con un abito costoso, un Rolex al polso, e vestiti di tutto punto dalla testa ai piedi come al giorno del nostro matrimonio… Metteremo a disagio la persona che abbiamo di fronte.
+ Dobbiamo comunque mantenere un certo decoro, però. Non esagereremo quindi neppure nel senso inverso. Se vogliamo diventare collaboratori di un’azienda importante e ci presentiamo al colloquio coi pantaloni corti, non ci meravigliamo se nemmeno ci fanno sedere.
Appunti: trovare la giusta misura, senza esagerare né in un senso né nell’altro.
Facile a dire ma non a farsi. Avete ragione, non è affatto semplice da mettere in pratica. Ma vi assicuro che è fattibilissimo, e che chiunque può riuscirci, in un modo o nell’altro.
Ci sono due alternative: O iniziate a documentarvi e imparate a mettere insieme i consigli che ho appena dato, e soprattutto ad applicarli senza arrivare al giorno del colloquio impreparati, o vi affidate direttamente alle mani di un esperto.
Qualcuno che quel codice lo ha già craccato da tempo e non solo riesce a stare su quella linea sottile fra eccentrico e formale, ma addirittura ci ha messo le radici… E che può darvi, senza insegnarvi tutti i segreti, un outfit adatto a non cadere né da un lato né dall’altro.
Diciamo che entrambe le vie sono costose: la prima richiede tempo, la seconda soldi. Ma tant’è.
A presto, e… in bocca al lupo per il colloquio! Mimmo
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