Focus sul valore dell’acqua dopo il World Water Day

La Giornata mondiale dell’acqua, che si è celebrata il 22 marzo, ha riaperto il dibattito sulla gestione idrica. Esiste una crisi idrica globale di cui non si parla abbastanza. Ma esistono anche progetti e innovazioni che stanno tracciando la strada verso una buona ed equa gestione della risorsa per tutti.

Secondo Coldiretti, le priorità sono quelle di costruire nuovi invasi, rinnovare i sistemi irrigui, sanare la rete dell’acqua potabile.

Il tema dell’anno

Il 40% della popolazione globale convive con problemi di scarsa disponibilità d’acqua che, secondo l’Onu, sono alla base di oltre 50 conflitti, di cui 37 armati. Per mettere al centro del dibattito internazionale questi e altri problemi legati all’oro blu, nel 1992 le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Mondiale dell’acqua, che cade il 22 Marzo.

Il tema della Giornata di quest’anno è stato “valorizzare l’acqua”.

Il valore dell’acqua è infatti molto più del suo prezzo: l’acqua ha un valore enorme e complesso da un punto di vista familiare, alimentare e culturale, per la salute, per l’istruzione e per la salvaguardia dell’integrità del nostro ambiente naturale.

La sfida lanciata dalla Giornata mondiale di quest’anno è quella di raggiungere una comprensione completa del valore multidimensionale dell’acqua: se trascuriamo uno di questi valori, non saremo in grado, infatti, di salvaguardare questa risorsa – finita e insostituibile – a beneficio di tutti.

(Immagine di ildiscorso.it)

Sprechi e consumi: a che punto siamo?

Il rischio idrico spesso passa sotto silenzio, eppure il Day Zero, il giorno in cui perderemo i normali accessi alle riserve di acqua, non è così lontano.

Città come San Paolo in Brasile, Chennai in India e Cape Town in Sud Africa hanno già rischiato di ritrovarsi con i rubinetti completamente a secco. Considerando che solo il 2,5% dell’acqua sulla terra è dolce, è importante limitare il più possibile gli sprechi.

Secondo l’Oms, se si consumano più di 50 litri al giorno, ha luogo uno spreco: in Italia, avvisa l’Istat, la media si aggira intorno ai 245 litri quotidiani. Solo l’1% dell’acqua viene utilizzata per bere, la maggior parte (39%) è utilizzata per doccia e bagno: solo per lavarsi i denti, se non si chiude il rubinetto, si possono sprecare fino a 30 litri d’acqua al giorno.

Un altro dato che fa pensare è quello della dispersione dell’acqua immessa, ovvero della quantità che si perde a causa del cattivo funzionamento delle reti idriche: la media nazionale è del 40%.

Una crisi idrica nella crisi sanitaria mondiale

Da Città del Capo a Flint nel Michigan, dall’Africa rurale sub-sahariana alle brulicanti megalopoli asiatiche, la crisi idrica globale non accenna ad abbassare la testa.

L’accesso all’acqua è intimamente connesso a questioni universali come dignità, opportunità e uguaglianza; e la crisi sanitaria in corso ha sottolineato in maniera ancora più evidente questo aspetto.

“La pandemia COVID-19 ci ha ricordato con forza che l’acqua e i servizi igienico-sanitari sono tra le chiavi per combattere le malattie infettive“, ha ricordato il Vicesegretario generale dell’ONU, Amina Mohammed.

“Eppure 3 miliardi di persone, soprattutto nelle zone rurali e nei paesi meno sviluppati, non dispongono di strutture domestiche per lavarsi le mani”.

(Immagine di africarivista.it)

Le guerre per l’oro blu

«Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del XXI secolo avranno come oggetto l’acqua.

Da Israele all’India, passando per la Turchia, sono numerosi i focolai che presto potrebbero sfociare in veri e propri conflitti armati»: così Ismail Serageldin, ex vicepresidente della Banca Mondiale, nel 1995, aveva previsto ciò che sta avvenendo in questi anni.

Nell’ultimo decennio si sono moltiplicati in tutto il mondo i conflitti, spesso armati, scatenati dal controllo delle falde acquifere e dei corsi d’acqua. La crescita costante della popolazione e l’inasprimento dei cambiamenti climatici rendono difficile invertire questa tendenza.

Nel lungo conflitto siriano, accanto alle cause più note (religione, etnie, potere) deve essere considerata la siccità: negli anni precedenti allo scoppio della rivoluzione, la mancanza di pioggia decimò i raccolti, costringendo un milione e mezzo di persone a trasferirsi nei centri abitati.

Stesso scenario lungo il Giordano: negli anni, uno dei punti che ha portato al fallimento delle trattative di pace tra israeliani e palestinesi è proprio l’approvvigionamento al fiume.

(Immagine di controluce.it)

I Giovani campioni della Terra e del mediterraneo che lottano a favore dell’oro blu

La strada per uscire dalla crisi è segnata dai piccoli e grandi progetti nati in questi anni sul tema idrico. E in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua 2021, l’UNEP – il programma ambientale delle Nazioni Unite – ha ricordato quei giovani innovatori che si battono per proteggere questa preziosa risorsa.

Sono alcuni degli Young Champions of the Earth, imprenditori under 30 premiati per lo loro audaci idee di “cambiamento ambientale sostenibile”.

Fra questi progetti ne troviamo uno tutto made in Italy, PRIMA (Partnerships for Research and Innovation in the Mediterranean Area), programma di ricerca che mira a costituire un partenariato strutturato e di lungo periodo dedicato al Mediterraneo.

L’iniziativa, che vede l’Italia come il maggior finanziatore, è nata per accorpare e promuovere soluzioni innovative in campo alimentare, della gestione delle risorse idriche e dell’agricoltura sostenibile.

Le sfide per il futuro

Le previsioni per il futuro non sono rosee. Il valore multidimensionale dell’acqua ha fatto della risorsa idrica uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Il target SDG6 impegna il pianeta a fornire l’accesso universale all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari entro la fine del decennio.

Eppure “come evidenzia l’ultimo rapporto sui progressi di UN-Water, il mondo non è sulla buona strada per raggiungere il SDG6 nel 2030″, ha aggiunto Mohammed. Per non fallire la missione, “l‘attuale tasso di progresso dovrebbe quadruplicare”.

L’urgenza dell’azione è dettata anche dagli effetti sempre più gravi dei cambiamenti climatici. Le attuali stime prevedono che entro il 2050 più della metà della popolazione mondiale sarà a rischio a causa dello stress idrico.

“La sola desertificazione minaccia i mezzi di sussistenza di quasi un miliardo di persone in 100 paesi”, spiega Munir Akram, Presidente del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.

“Un’intensa scarsità potrebbe spostare fino a 700 milioni di persone nel prossimo decennio”.

(Immagine di ansa.it)

Alcuni consigli per prevenire lo spreco d’acqua

Quindi, stabilire un futuro migliore spetta a noi stessi e alle nostre azioni… ecco alcuni gesti molto semplici ma significativi per ridurre lo spreco dell’acqua

1) Non farla scorrere inutilmente

È davvero inutile lasciare sempre il rubinetto aperto. Quando laviamo i denti, per esempio, se continuiamo a far scorrere l’acqua ne consumiamo circa 30 litri. Se la usiamo solo per risciacquare bocca e spazzolino, 2. Contando che in media i denti li laviamo tre volte al giorno, significa risparmiare 84 litri dalla mattina alla sera. 2.520 al mese. 30.240 ogni anno. A persona.

2) La doccia è meglio del bagno

Non solo per ragioni igieniche, ma anche ecologiche. Per fare un bagno in vasca consumiamo in media tra i 120 e i 160 litri di acqua. Per una doccia di 5 minuti consumiamo dai 75 ai 90 litri, per una doccia di 3 minuti dai 35 ai 50 litri. Come sopra, vale il consiglio aureo di non lasciare sempre aperto il rubinetto. Quando ci insaponiamo, possiamo benissimo farlo senz’acqua. Ed è anche più comodo, no?

3) Lavare i piatti a mano è meglio che in lavastoviglie

D’accordo, questo è un sacrificio arduo da chiedere. Anche perché altrimenti aver comprato una lavastoviglie e non utilizzarla sarebbe un po’ paradossale. Però teniamo conto che per lavare i piatti a mano consumiamo mediamente 20 litri d’acqua, per un carico di lavastoviglie 40.

(Immagine di altroconsumo.it)
4) Lavatrice (e lavastoviglie) solo a pieno carico

Se si usa la lavastoviglie, occorre farla andare solo a pieno carico. Stesso discorso per la lavatrice. Se possibile, occorre evitare i programmi eccessivamente lunghi e a temperature elevate. Per un ciclo di lavatrice vengono usati dagli 80 ai 120 litri d’acqua. Ah, oltre all’ambiente, questa cautela fa bene anche al portafoglio. Meno lavaggi inutili=bolletta meno cara.

5) Attenti alle gocce e alle perdite

Avete presente quel fastidioso rumore di un rubinetto che perde? Bene, oltre a essere dannatamente irritante, è anche una fonte incredibile di spreco. In media, quelle maledette gocce arrivano a 5 litri giornalieri. 1.825 l’anno. A rubinetto.

6) Sfruttiamo l’acqua di cottura

Utilizzare dei sistemi per raccogliere l’acqua piovana può essere oggi un buon modo per annaffiare le nostre piccole piante. Anche quando laviamo della frutta o bolliamo della verdura, invece di buttare l’acqua possiamo usarla per “dare da bere” alla nostra amata piantina di basilico. Ma, raccomandazione tassativa, l’acqua non deve essere salata. Altrimenti le piante le avveleniamo!

7) Per bere acqua fresca c’è il frigorifero

Con temperature di oltre 30 gradi, un bel bicchiere di acqua fresca è una mano santa. Chi beve acqua dal rubinetto e non in bottiglia, ha l’abitudine magari di farla scorrere parecchi secondi per averla più fresca. Così facendo, però, se ne consuma parecchia.

L’alternativa? Comprare una bottiglia di vetro, riempirla e metterla in frigorifero.

(Immagine di today.it)

La giornata mondiale dell’acqua è anche l’occasione per ricordare che al mondo 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e per farlo Azione contro la fame, Ong che si occupa di lotta alla malnutrizione infantile, ha portato in vendita sui banconi di alcuni supermarket bottiglie di plastica piene di acqua gialla, fangosa e infetta che devono bere 319 milioni di africani, privi di accesso all’acqua potabile. “Water of Africa” è l’etichetta sulle bottiglie, e telecamere nascoste hanno ripreso le reazioni dei clienti.

Il problema della scarsità idrica è certamente complesso e non bastano solo questi piccoli accorgimenti per risolverlo.

L’efficienza e la manutenzione della rete di distribuzione rimangono al primo posto per importanza. Ma una consapevolezza sempre maggiore di noi semplici cittadini è una condizione imprescindibile per evitare che ci siano ancora ingiuste differenze al mondo.

A cura di Laura Imperato

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