Body Shaming: ora tocca a noi fermarlo

Il concetto di bellezza è sempre stato uno degli argomenti più dibattuti nella storia dell’umanità: in bilico tra giudizi soggettivi e requisiti oggettivi, singolarità e rispetto dei canoni di armonia e simmetria, ogni volta che ha avuto a che fare con l’immagine femminile, questo è mutato a seconda del periodo storico e dello standard che, in una data epoca, ha avuto più successo per una miriade di ragioni diverse.

Facendoci notare quanto, di fatto, non sia mai esistito un modello di bellezza puro, immune agli effetti del tempo e degli inevitabili cambiamenti sociali, simbolici ed estetici.

Oggi nel mondo occidentale, soprattutto a seguito delle mode dettate dagli “influencers”, il raggiungimento di tale parametro si sta traducendo in una vera e propria corsa alla perfezione.

Ci stiamo dimenticando del fatto che ciò a cui continuamente aspiriamo non deve costituire un modello già presente in natura.

(immagine di madeleineh.it)

Invece, ci confrontiamo abitualmente con dei modelli proposti tramite le pubblicità e i social media (soprattutto i canali Instagram) in cui, attraverso un’attenta selezione e cura dell’immagine, si intende fornire lo status symbol di un corpo giudicabile a tutti gli effetti come attraente.

Questo sollecita il tentativo da parte della maggioranza di adeguarsi ai modelli presentati, mettendo in mostra un’immagine di sé che risulti quanto più possibile appetibile e avvenente e che induce a vergognarsi delle proprie imperfezioni.

La conseguenza potenziale è quella di essere bersagliati da commenti negativi nel caso in cui non si corrisponda agli standard considerati canonici. Per questo negli ultimi anni si è sentito molto parlare di quello che in inglese è conosciuto col termine body shaming, di cui numerose persone cadono vittima.

Che cos’è?

Il termine body shaming è l’unione della parola body, ovvero corpo shaming, letteralmente vergogna. Body shaming è quindi l’atto di far vergognare qualcuno del proprio corpo. 

Si tratta di un atto di bullismocyberbullismo, che qualcuno compie ai danni di un’altra persona, facendo commenti sgradevoli e spesso cattivi che possono essere indirizzati al peso corporeo, all’altezza, al colore o alla cura della pelle, al colore dei capelli, ai tatuaggi e a tutto quello che rientra nella sfera dell’aspetto fisico.

Questo fenomeno ha origini nelle antiche superstizioni popolari e con l’avvento di Internet è andato via via espandendosi, divenendo purtroppo all’ordine del giorno.

Con i social network che espongono la nostra immagine sul web e propongono ai giovani precisi canoni di bellezza, non è raro imbattersi nel body shaming, attraverso commenti che gli utenti lasciano a un’altra persona, sconosciuta e non, sotto una foto postata dalla stessa sui social, oppure un meme o un contenuto diventato virale.

(immagine di agoravox.it)

Il body shame

Il termine body shame significa letteralmente vergogna per il corpo. Se con body shaming andiamo a indicare l’atto di far vergognare qualcuno del proprio aspetto fisico, con body shame ci riferiamo alla conseguenza che questo ha sulla persona, portandola ad essere a disagio nel proprio corpo e a vergognarsi di esso.

Questo terribile fenomeno può colpire sia donne che uomini, senza alcuna distinzione, e i più soggetti sono gli adolescenti che, perennemente bombardati dalle immagini proposte dai media e dai social, si trovano spesso a sentirsi insicuri nel proprio corpo e più sensibili nei riguardi dei commenti che ricevono su di esso.

Quali sono le conseguenze?

In questi casi spesso il body shaming, e il conseguentebody shame, possono portare ad effetti terribili, come depressioneansia, autolesionismo e disturbi alimentari. Proprio per questo è importante contrastare tale fenomeno, che con semplici parole può condurre i giovani e non solo, a problematiche molto serie.

Una sola frase, detta con leggerezza e spesso con la protezione di uno schermo, può essere deleteria per la persona alla quale la rivolgiamo. Questa forma di bullismo va contrastataper far sì che nessuno si senta più a disagio all’interno del proprio corpo.

(immagine di casertaweb.it)

Anche la moda combatte il body shaming

Ultimamente anche nell’industria della moda troviamo sempre più volti lontani dai modelli di perfezione a cui gran parte della pubblicità e i social media ci hanno abituato e pare che non tutti apprezzino questa scelta.

Un esempio davvero concreto è il caso della modella armena apparsa sulla passerella della collezione Primavera/Estate 2020 di Gucci, Armine Harutyunyan, trovatasi nelle ultime 48 ore nel bel mezzo dell’occhio del ciclone mediatico per via delle peculiarità del suo viso, ricevendo critiche brutali.

La giovane non è tuttavia l’unica ad aver sfidato, negli ultimi anni, gli standard estetici dilaganti, che non si allineano esclusivamente a una rigorosa idea di bellezza, ma anche alla netta divisione tra generi e, in generale, alla scarsa rappresentazione della diversità.

(immagine di wired.it)

I lineamenti caratteristici sono stati la fortuna della giovane armena, così come lo sono stati di molte donne diventate delle vere e proprie muse come Lily Cole, modella e attrice protagonista di alcuni degli scatti di moda e delle passerelle più iconiche dell’ultimo decennio.

O come per il modello albino Shaun Ross, che con la sua fisionimia atipica ha conquistato brand del calibro di Givenchy e Alexander McQueen. Sino alla top model Winnie Harlow, la prima affetta da vitiligine a calcare con straordinario successo le passerelle.

Cosa fare se si è vittima di body shaming?

Innanzitutto, bisogna capire quanto una determinata critica ti influenza l’umore.

Se le critiche influenzano la giornata, il lavoro o lo studio, nonché i rapporti con gli altri, si è già in presenza di un campanello d’allarme che dovrebbe destare l’attenzione.

Chi è oggetto del body shaming non può fare altro che lavorare su se stesso, alimentando una doverosa distanza dai pensieri degli altri, positivi o negativi che siano, ricercando una sicurezza interna da nutrire e curare continuamente attraverso un percorso psicoterapico. In tal senso, allenandosi a pensare autonomamente sarà meno vulnerabile agli attacchi esterni.

Inoltre, si può denunciare l’accaduto alla polizia postale.

Cosa possiamo fare noi per arrestare questo fenomeno?

Bisognerebbe cominciare a lavorare sull’amore verso se stessi e contemporaneamente a sensibilizzare questa tematica a partire dal web, magari postando foto quanto più “al naturale” possibile, sfidando anche i commenti altrui. Ricordiamoci sempre di seguire modelli positivi sul web senza avanzare critiche verso nessuno.

(Immagine di desenio.it)

Prima di emettere un giudizio sarebbe adeguato chiedersi come possa reagire internamente la persona che lo riceve, soprattutto se si tratta di ragazzi giovani con una personalità ancora non del tutto sicura.

Ciò che però bisogna ricordare è che non esiste la perfezione universale ognuno di noi è perfetto esattamente così com’è, con le proprie caratteristiche che lo rendono unico.

A cura di Laura Imperato

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