Acidi fenolici: evidenze ed importanza per un fegato in salute

Nutrizionista seduto alla scrivania con il camice
Dott. Pasquale Napolitano

Fino ad oggi era già chiaro che ci fosse una relazione inversa tra fegato grasso di tipo non alcolico (NAFLD) ,ovvero la comune steatosi epatica e le diete ricche in frutta e verdura.

Era, però, necessario chiarire quali potessero essere i composti specifici responsabili di tale relazione. In un recente studio (1) è stata testata l’associazione tra consumi di acidi fenolici e prevalenza di NAFLD e insulino-resistenza (IR).

Gli acidi fenolici sono composti contenenti un anello fenolico e una funzione di acido carbossilico organico (scheletro C6-C1) che sono abbondantemente presenti negli alimenti di origine vegetale.

immagine da https://genioitalianogiuseppecotellessa.blogspot.com/2019/07/acido-ellagico-ellagic-acid.html

Essi possono essere classificati come acidi idrossibenzoici o acidi idrossicinnamici:

  • Gli acidi idrossibenzoici comprendono acido gallico, vanillico, protocatecuico, siringico e salicilico.
  • Gli acidi idrossicinnamici comprendono acido cinnamico, p-cumarico, acido ferulico, rosmarinico, caffeico e clorogenico.

Esistono prove epidemiologiche che l’assunzione di acido fenolico sia inversamente associata alla comparsa di diabete, ipertensione e sindrome metabolica.

Lo studio sull’ assunzione di acido fenolico

Nello studio Sono stati inclusi un totale di 789 individui (52,6% uomini, età 58,83 ± 6,58 anni).

La maggiore assunzione di acido fenolico (sopra la mediana superiore) è stata inversamente associata alla presenza di NAFLD (odds ratio [OR] 0,69; IC 95% 0,49-0,98; p = 0,036), Hepatorenal Index (HRI) superiore (OR 0,64; IC 95% 0,45-0,91 ; p = 0,013) e IR superiore (OR 0,61; IC 95% 0,42-0,87; p = 0,007), se aggiustato per età, sesso, indice di massa corporea e fattori di stile di vita.

Considerando classi specifiche di acidi fenolici, l’assunzione maggiore di acido idrossibenzoico è stata associata in modo indipendente a minori probabilità di NAFLD, maggiore HRI e fibrosi mentre una maggiore assunzione di acido idrossicinnamico era associata in modo indipendente a minori probabilità di IR.

immagine da https://www.chedonna.it/2019/07/12/fegato-i-migliori-rimedi-naturali-per-un-fegato-sano/

I ricercatori hanno concluso che un elevato apporto alimentare di acidi fenolici è associato a una minore prevalenza di NAFLD e insulino-resistenza.

Un elevato apporto di acidi idrossibenzoici, come detto rappresentati una classe di acidi fenolici, è associato a una minore prevalenza di steatosi e fibrosi clinicamente significativa, mentre un elevato apporto di acidi idrossicinnamici è associato a una minore prevalenza di insulino-resistenza.

Dove si trovano questi composti?

L’apporto dei composti fenolici nella dieta umana varia in maniera significativa in relazione al tipo, alla quantità e alla qualità dei vegetali consumati.

In ogni caso, l’assunzione è in genere considerevole, nell’ordine del grammo/die, perché essi rappresentano le molecole antiossidanti più rappresentate del regno vegetale.

I composti fenolici abbondano soprattutto nella frutta e nella verdura fresca, ma anche nel tè, nel vino, nel cacao e nei derivati.

Però si deve tener conto che la cottura abbatte in modo considerevole il contenuto di fenoli dell’alimento, per cui è importante consumare cibi freschi o affidarsi eventualmente alla bollitura con pochissima acqua (meglio ancora alla cottura a vapore), evitando le alte temperature.

Tra gli alimenti particolarmente ricchi di composti fenolici abbiamo:

thè (in particolare quello nero e quello verde),

cacao e cioccolato fondente,

frutti di bosco, agrumi, ciliege,

polline,

olio di oliva spremuto a freddo,

aglio, cipolla, radicchio, cavoli, broccoli e pomodoro.

Il principale beneficio per la salute umana derivante dall’ingestione di questi alimenti sembra essere espressione dell’ampia e variegata presenza di fitonutrienti; ecco perché risulta controverso in letteratura il ruolo protettivo di integratori alimentari che promettono di soddisfare le stesse aspettative, fornendo però uno solo o pochi fitonutrienti a dosaggi elevati.

Farne il pieno per un fegato sano

Risulta molto importante:

  • diversificare l’assunzione di vegetali nella dieta, consumando ogni giorno un’ampia varietà di cibi freschi, quindi di stagione (ricorda che la conservazione abbatte il contenuto in polifenoli dell’alimento);
  • aggiungere erbe aromatiche al posto del sale e del pepe;
  • preferire l’olio extra vergine di oliva spremuto a freddo e la verdura cruda;
  • quando ciò non è possibile evitare i metodi di cottura drastici, preferendo metodi alternativi come la cottura al vapore o al microonde;

infine, integrare la propria dieta con una piccola quota di frutta secca può essere molto utile per aumentare l’apporto di fenoli ed acidi grassi essenziali.

Biglietto da visita della nutrizionista

Bibliografia

(1) Federico Salomone, Dana Ivancovsky-Wajcman, Naomi Fliss-Isakov, Muriel Webb et Al; JHEP Reports, Volume 2, Issue 2, 100069

Articola a cura di Dott. Pasquale Napolitano

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