Sarà l’anno della deriva inarrestabile del nostro pianeta? Il rischio di catastrofe climatica galoppa in Australia.
“Cosa abbiamo fatto al mondo? Guarda cosa abbiamo fatto. Ti sei mai fermato a vedere questa terra piangente? Questa costa in lacrime? Che dire del valore della natura? È l’utero del nostro pianeta. Che ne sarà degli animali? Che dire delle foreste? Abbiamo trasformato i regni in polvere”.
Cantava Michael Jackson nel 1995 nella sua Earth Song. A distanza di 25 anni la tragica situazione del nostro pianeta sembra non essere cambiata, anzi si può dire del tutto peggiorata e devastata dalla mano dell’uomo, che ancora una volta resta inerme ad osservare le tragedie compiersi davanti ai suoi occhi.
Due anni a confronto
Il 2019 è stato caratterizzato dagli incendi della foresta Amazzonica che sono stati ben 72mila.
Numerose razze di animali in via d’estinzione presenti solo in quel territorio sono state colpite, così come le tribù indigene.
Senza calcolare i danni riportati al clima mondiale.
Oggi invece, a pochi giorni dall’inizio del 2020 stiamo assistendo ad una nuova catastrofe che vede coinvolta l’Australia.
Già da ottobre, ovvero all’inizio della primavera nell’emisfero australe, la zona nord orientale del Paese era interessata da incendi.
Fenomeno che con il corso delle settimane si è intensificato, andando a colpire anche la zona centrale.
Nei giorni immediatamente successivi al Natale fino ad oggi più di 200 incendi hanno bruciato circa 12 milioni di acri, costringendo oltre 100 mila residenti e turisti a fuggire per mettersi in salvo e facendo registrare una delle più grandi evacuazioni della storia del Paese.
Sono morti oltre 1 milione di animali, mentre il numero delle vittime, i danni al territorio e all’ecosistema sono inestimabili.
Gli ultimi avvenimenti
Le temperature continuano a salire, mentre il mix di caldo estremo e forti venti potrebbero contribuire ad alimentare le fiamme fino a raggiungere livelli critici a partire dal prossimo sabato.
La polizia australiana ha arrestato oltre 180 persone sospettate di avere appiccato incendi nel Nuovo Galles del Sud.
Tra i fermati, anche 40 minorenni, che saranno giudicati dai tribunali nei prossimi mesi.
In tutto sono stati contestati a 183 persone 205 reati connessi agli incendi boschivi; 24 di questi sono accusati di incendio doloso e rischiano una pena massima fino a 21 anni di reclusione.
Altri avrebbero provocato i roghi per incuria e disattenzione, accendendo fuochi per cucinare o bruciare rifiuti, incappando comunque nei severissimi divieti in atto dall’inizio dell’emergenza incendi.
Tuttavia Il caldo ha concesso nelle ultime ore una breve tregua, e i vigili del fuoco ne stanno approfittando per ampliare le linee di contenimento intorno ai focolai.
Il Papa intanto, all’ultima udienza generale nell’Aula Paolo VI, esprime vicinanza alle vittime di questa tragedia.
Numerosi sono gli influencer che stanno invitando a fare donazioni per sostenere i volontari in Australia e le cifre già raccolte sono molto alte, ma non ancora sufficienti.
Cosa c’entra il Climate Change in questa vicenda
Questo aumento di calore ha reso il suolo sempre più arido ed ha fatto seccare la boscaglia, aumentando il pericolo di incendi che, negli ultimi 40 anni, sono stati sempre più numerosi specialmente nella parte sud – est dell’Australia.
Quando ci si trova in un territorio già a forte rischio incendi, dunque, i cambiamenti climatici non fanno altro che aumentare le probabilità che una catastrofe come quella che sta mettendo in ginocchio l’Australia si verifichi.
Purtroppo, se le cose non cambiano, la natura continuerà a reagire in questo modo al Climate Change.
Nei luoghi a rischio alluvione continuerà a piovere e in quelli a rischio siccità la terra si asciugherà sempre di più.
E a pagarne le conseguenze, ovviamente, saremo noi e le generazioni future.
Il 2020: anno della catastrofe climatica?
Gli esperti hanno dichiarato che per evitare la catastrofe climatica non ci sono 12 anni a disposizione, ma solo un anno e mezzo circa.
C’era un margine per prendere le decisioni necessarie a contrastare l’aumento delle temperature al di sotto di un grado e mezzo, ma stando agli ultimi avvenimenti lo scenario sta evolvendo in maniera anche peggiore.
Dunque il lasso temporale per cambiare radicalmente le politiche ambientali sarebbe ristretto al 2020, come racconta la Bbc.
Non resta che rimboccarci le maniche, agire per il bene del pianeta e scongiurare che possano accadere avvenimenti peggiori.
A cura di Laura Imperato.
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