Che fine ha fatto l’eleganza? Quanto conta essere eleganti oggi? L’uomo elegante è solo un retaggio dei tempi andati? Si può essere eleganti spendendo poco? Quanto contano i dettagli nell’eleganza? E quali sono i canoni da rispettare?
A queste e ad altre domande, cercheremo di dare una risposta con questi appunti. Mi presento: sono Mimmo Di Simone e sono un appassionato di eleganza.
Come voi, spero, mi sono fatto queste domande più volte, senza peraltro dare una risposta che fosse coerente con le mie esigenze quotidiane. E allora mi sono chiesto dove sbagliassi. Per capirlo sono andato alla radice del problema; ed è quello che farò anche qui su questo giornale. Pertanto è doverosa una premessa, che in realtà è un’altra domanda: cos’è l’eleganza? Perché vedete, l’uomo elegante non è i vestiti che indossa, le scarpe che ha… certo anche questo conta (e ve ne parlerò diffusamente) ma fortunatamente non è tutto. L’eleganza infatti è uno stile di vita, un modo d’essere; e passa attraverso vari punti. Vediamoli.
Sicuramente al primo posto c’è l’educazione. Nel Trattato de “La vita elegante” Honoré de Balzac scriveva che un uomo diventa ricco, nasce elegante. Puoi indossare l’abito sartoriale più costoso al mondo e poi sei un cafone, ti rivolgi ad una donna in modo volgare, ostenti la tua ricchezza, e tanto altro di peggio… C’è da chiedersi: quanto vale quell’abito? Beh, meno di un euro. Non trovate anche voi? Non abbiamo bisogno di questo, bensì abbiamo sete di un’eleganza colta, unica, naturale e spontanea; così com’è poi la vera eleganza, fatta di gesti, comportamenti ancor prima che di abiti.
Poi c’è lo stile. La ricerca del proprio stile, non la brutta copia dello stile di qualcun altro. Essere eleganti è essere originali. Non eccentrici, autentici. Audaci, non sbruffoni. Se ci pensate, le persone che nel nostro immaginario riteniamo eleganti sono icone di stile, non pezzi da museo. E quindi anche noi, nel nostro piccolo, dovremmo esserlo. Come? Cercando il nostro stile, quello che meglio rappresenta la nostra personalità, il lavoro che facciamo, il ruolo che occupiamo nella società, le nostre passioni; insomma la nostra vita.
E poi c’è l’adeguatezza. Quando mi chiedono: Mimmo ma secondo te quest’abito è elegante? Questa scarpa è elegante? Quest’orologio e così via… la risposta giusta è “dipende”. Perché l’eleganza è niente fuori dal contesto. Anzi nel contesto sbagliato, è una caduta di stile. Vi sognereste mai di andare a teatro in bermuda? E in spiaggia con lo smoking? Certo che no! Questi due esempi, chiaramente paradossali, sono l’incipit di quello che verrà in questa rubrica. Perché con piccoli consigli, sarete eleganti in ogni contesto e di certo mai fuori luogo. Di fatto, molti (me compreso) compiono un tremendo errore: si confonde l’eleganza con la formalità. Ma questa è un’altra storia e ve la scriverò poi.
Infine volevo dirvi qualche parola sui canoni dell’eleganza classica. Esistono. I più diffusi (e ancora oggi validi) risalgono agli anni ‘20-‘30 e fissano dei concetti, delle linee guida che è bene conoscere. Non seguire in maniera rigida e ottusa, badate bene, ma conoscerli questo sì che è necessario. Perché, per come la vedo io, sono le fondamenta su cui costruire la vostra eleganza; nonché un conforto che può toglierci dall’imbarazzo dell’indecisione di fronte ad un evento.
Vi saluto e, se vi va, ci vediamo qui per iniziare a prendere appunti su questo affascinante mondo. Mimmo