A causa del covid 19, ci ha lasciato Luis Sepúlveda e dunque dedichiamo a lui l’articolo di questa settimana: poeta, scrittore, attivista politico a tutela dei diritti civili, regista e meraviglioso essere umano.
Nato ad Ovalle, in Cile, il 4 ottobre del 1949, Luis Sepúlveda Calfucura si è spento a soli 71 anni ad Oviedo, in Spagna dopo essere risultato positivo al coronavirus. Era ricoverato in ospedale dal 25 febbraio e dopo un primo momento in cui sembrava in fase di guarigione, le sue condizioni sono precipitate.
“Tornerà alla terra a cui appartiene. Non subito, è ovvio. Adesso non si può, ma quando l’emergenza sarà finita lo riporterà a sud, molto a sud, sulle coste cilene del Pacifico per disperderne le ceneri nelle acque gelide dell’oceano. Le stesse in cui la balena bianca della sua ultima favola ha conosciuto la solitudine degli abissi e l’avidità degli uomini bianchi. Le stesse che osservava ogni mattina Juan Belmonte, il personaggio a cui nei romanzi aveva affidato la sua memoria e il suo passato. Sebbene ormai avesse un’altra nazionalità, Luis era un hombre cileno e in Cile voglio riportarlo” queste le parole con cui la moglie Carmen Yáñez ha annunciato che le ceneri dell’esule cileno torneranno in Patagonia, la terra che ha sempre amato con tutto se stesso in cui aveva subito la detenzione per ben due volte e, in seguito una condanna ad otto anni d’esilio, sotto la dittatura di Pinochet.
La morte a causa del Covid-19
A Luis Sepúlveda, che stava lavorando a Agua Mala un romanzo ambientalista, era stata diagnosticata una polmonite due giorni dopo aver preso parte ad un festival letterario in Portogallo.
Risultato positivo al Covid 19, è stato ricoverato nell’ospedale di Oviedo con un suo quadro clinico promettente e sintomi lievi, finché inaspettatamente è peggiorato ed è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva.
Per assurdo, era addirittura risultato negativo all’ultimo tampone effettuato, ma a causa del tremendo stato in cui il virus aveva ridotto i suoi polmoni, è spirato giovedì 16 aprile.
Carmen Yáñez è stata autorizzata a vederlo per rivolgergli un ultimo saluto ed il poeta ha potuto dirle “Buonanotte, amore mio” come faceva ogni notte prima di addormentarsi.
Lo ricordiamo, oltre che per il romanzo che l’ha reso celebre in tutto il mondo: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, per romanzi come Patagonia Express, Il mondo alla fine del mondo, Incontro d’amore in un paese di guerra e tanti altri.
A Luis Sepúlveda è sempre stato caro il cinema e vi ha contribuito in qualità di sceneggiatore per il lungometraggio animato La gabbianella e il gatto, diretto da Enzo D’Alò e per il film Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, diretto da Rolf de Heer ed in qualità di regista per il documentario Corazonverde e il film Nowhere.
Il mondo perde un eccelso ed eclettico autore e la redazione di Cercolinfo dedica a Luis Sepúlveda tutto l’affetto ed il rispetto che si deve ad un uomo giusto e ad un artista straordinario. Vogliamo ricordarlo con una delle sue frasi più belle:
Vola solo chi osa farlo.
Addio, Luis.
Articolo a cura di Luana Fusco
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