El Camino è un film senza infamia e senza lode, perché non osa tanto quanto ci saremmo aspettati, delude le alte aspettative e non fa lo sforzo importante di rendere più credibili i flashback narrati; ma bisogna ammettere che non dev’essere stato facile riprendere un progetto articolato in episodi e conclusosi ben 6 anni fa e confezionare una sorta di sequel lungometraggio.
Siccome però parliamo di Breaking Bad, va anche detto che questo film, ha fatto riemergere le emozioni vissute con la serie e mi ha anche fatto tornare una gran voglia di rivederla.
El Camino non è per tutti, e quindi non è stato realizzato solo per ‘fare cassa’ sulla scorta dell’affetto dei fan per Breaking Bad. Ha senso ed è seguibile solo da chi ha seguito la serie, data la alta presenza di riferimenti ed easter eggs.
Non negherò di essere un pò delusa, ma come avrebbero potuto raccontarci il destino di Jesse senza andarci piano??
Il punto è che El Camino non è Breaking Bad, non ci va neanche vicino, ma è un piacevole omaggio ai suoi estimatori e al suo fedele pubblico, nonché agli interpreti che l’hanno resa epica.
Non farò spoiler, ma nel film scopriamo cosa è accaduto a Jesse (Aaron Paul) nel corso della prigionia e dopo la morte di Heisenberg (Bryan Cranston) per cui potremmo intenderlo come un lungo episodio aggiuntivo che risponde a tanti dei quesiti che erano rimasti irrisolti, dunque diciamoci con onestà che sebbene abbiamo tutti i diritti di contestare il film, sotto sotto ci è piaciuto guardarlo!
Ed è tutta qui la verità: El Camino è assolutamente da guardare, ma senza aspettarsi chissà quali rivelazioni o chissà quale cliffhanger e metà del piacere che si prova guardandolo, deriva dall’emozione di rivedere luoghi e personaggi di Breaking Bad.
Rivediamo Walter White (Bryan Cranston), naturalmente Jesse Pinkman (Aaron Paul), Skinny Pete e Badger (Charles Baker e Matt Jones), Mike Ehrmantraut (Jonathan Banks), Todd Alquist (Jesse Plemons) ed Ed Galbraith (Robert Forster, tristemente scomparso lo stesso giorno della distribuzione del film).
Uno dei problemi principali del film e che ha scatenato polemiche davvero esagerate, è il tempo.
Il tempo
Proprio così, il trascorrere del tempo ha compromesso la credibilità di alcuni flashback mostrati dalla pellicola. Gli attori sono invecchiati e non è colpa di nessuno, ma in post produzione, poteva essere ‘sistemata’ questa discrepanza a beneficio della resa finale.
Se con alcuni attori (lo stesso Aaron Paul) i sei anni trascorsi sono stati più magnanimi, con altri il tempo è stato maggiormente severo, ad esempio Bryan Cranston è molto diverso dal Walter White apparso nella serie e Jesse Plemons che interpreta Todd è parecchio ingrassato negli ultimi anni.
Non mi si venga a parlare di insulti o body shaming perché nessuno mette in dubbio le straordinarie capacità interpretative degli attori, ma sappiamo anche che i loro colleghi si sottopongono spesso ad intensivi e stressanti periodi di allenamento e preparazione prima di interpretare un personaggio.
Forse Vince Gilligan (il regista ndr) avrebbe dovuto essere più severo o quantomeno modificare le scene in post produzione.
Votazione finale
Il mio voto finale per il film è 7.5! Sono stata generosa perché ho amato Breaking Bad e penso che El Camino sia una piacevole conclusione della storia di Jesse.
Le ambientazioni sono quelle che conosciamo più qualche nuovo luogo molto suggestivo, la regia è sempre a regola d’arte, i dialoghi impeccabili e le emozioni generate dai tanti riferimenti alla storia di Walter White e Jesse, sono davvero tante. Vedere per credere!
Articolo a cura di Luana Fusco.
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