San Gennaro: ecco cosa fare e cosa sapere in occasione dei festeggiamenti

Il 19 Settembre la città di Napoli è sempre in grande festa, poiché si celebra il santo patrono della città: San Gennaro.

Il culto di San Gennaro è radicato nella cultura partenopea da sempre.

I napoletani infatti, hanno un legame particolare con San Gennaro.

(Immagine di viverepesaro.it)

Tale rapporto lo manifestano in maniera confidenziale attraverso un costante dialogo e affidamento col santo nelle difficoltà della vita e non solo.

Sebbene i partenopei siano così legati al culto del proprio patrono, non tutti sono a conoscenza della sua storia, altri ancora sono ignari delle tradizioni legate a questa giornata. 

Con quest’articolo avrete a portata di mano tutto ciò che serve sapere sulla vita di san Gennaro, sulle tradizioni e gli eventi previsti per questa giornata.

(Immagine di maddalenasuites.it)

La vita di san Gennaro

Il suo profilo biografico resta a noi sconosciuto, tuttavia la più antica “Passione di San Gennaro”, gli Acta bononiensi, lo presenta come un vescovo di Benevento vissuto sotto Diocleziano, il quale perseguitò i primi cristiani. 

Secondo questo scritto, Gennaro si recò nell’antica città di Miseno vicino a Pozzuoli, per dare conforto al giovane diacono Sossio che fu imprigionato perché cristiano, insieme al diacono Festo e il lettore Desiderio.

Tutti e tre furono così arrestati per lo stesso reato e davanti al giudice della Campania, Draconzio, si rifiutarono di sconfessare il loro credo cristiano e furono decapitati presso la Solfatara.

Durante il martirio si racconta che una donna di nome Eusebia, raccolse il sangue di San Gennaro in alcune ampolle custodite, insieme al cranio, nella Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Le ossa di San Gennaro, dopo molte vicissitudini furono traslate dall’Abbazia di Montevergine e portate a Napoli, dove sono ancora oggi custodite nella Cripta di San Gennaro, sotto l’altare maggiore del Duomo. 

(Immagine di santalfonsobedandbreakfast.it)

Il miracolo

Nel corso dell’anno, per tre volte avviene il miracolo dello scioglimento del sangue nell’ampolla.

Le date ricordano tre momenti della storia che legano le reliquie al popolo partenopeo, ed è in quegli anniversari che avviene il “Prodigio” della liquefazione del sangue di San Gennaro

Primo Miracolo

Il primo miracolo avviene il primo sabato di Maggio, quando il busto e il reliquiario con la teca e le ampolle, insieme ai busti d’argento dei santi compatroni di Napoli, vengono portati in processione, dal Duomo alla Basilica di S. Chiara, in ricordo della prima traslazione delle reliquie del santo da Pozzuoli a Napoli.

Secondo Miracolo

Il secondo miracolo, ovvero quello più conosciuto, ricade questo giovedì, 19 settembre, giorno di ricorrenza della decapitazione del giovane vescovo di Benevento. Avviene all’interno del Duomo, con la presenza del cardinale, le autorità civili e i fedeli, dopo le preghiere di rito.

Terzo Miracolo

Il 16 dicembre, festa del patrocinio di San Gennaro, si ripete il ‘prodigio’ dello scioglimento del sangue, in memoria dell’eruzione del Vesuvio del 1631, quando il sangue si sciolse e il magma miracolosamente si fermò evitando di invadere la città.

(Immagine di papaboys.org)

Cosa accade il 19 settembre

Dopo la prima messa, alle 9.45 il Cardinale Crescenzio Sepe si recherà nella Cappella del Santo, dove, con l’ausilio dell’Abate mons.

Vincenzo de Gregorio, del Sindaco Luigi De Magistris e del Vice Presidente della Deputazione duca Riccardo Carafa d’Andria, provvederà all’apertura della cassaforte che contiene il Reliquiario con le ampolle del Sangue. 

Le ampolle ed il busto saranno poi portate in processione sull’altare maggiore della Cattedrale.

Il Cardinale presiederà la solenne concelebrazione eucaristica e, al termine, se avverrà l’auspicata liquefazione del Sangue del Martire, darà l’annuncio dell’evento.

In prima fila ci saranno le “parenti”, le donne del popolo, che attendono il momento in cui dovranno intonare canti e invocazioni al santo per far sì che il sangue torni al suo stato naturale, in attesa che il cardinale esponga l’ampolla ed annunci il miracolo.

Le “parenti” sono donne napoletane, per lo più anziane, che nell’immaginario popolare discendono dal santo e da Eusebia, la nutrice che ne avrebbe raccolto il sangue dopo la decapitazione. 

Sono dette parenti, perché legate al Santo da una familiarità atavica, in tale confidenza con Lui da chiamarlo “faccia ‘ngialluta” (dal colore del metallo prezioso con cui è fatto il busto) e, se necessario, rimproverarlo affettuosamente quando il prodigio tarda a compiersi. San Gennaro per loro è come un figlio.

(Immagine di vocedinapoli.it)

Cosa fare nel giorno di san Gennaro 

Partecipare al momento del miracolo è una fra leprimissime cose da non perdere, ma in occasione del santo patrono è possibile approfittare dell’apertura di alcuni musei da visitare gratuitamente:

  • MANN, Museo archeologico nazionale di Napoli;
  • Palazzo Reale di Napoli;
  • Complesso Monumentale dei Girolamini;
  • Castel Sant’Elmo;

Visitare i seguenti musei:

  • Museo del Novecento;
  • Del Duca di Martina – villa Floridiana;
  • Di Diego d’Aragona Pignatelli Cortes e Museo delle Carrozze
  • Museo e Certosa di San Martino;

Inoltre, dopo 70 anni di interruzione, è finalmente possibile beneficiare di una splendida passeggiata tra le luminarie ed i negozi in via Duomo. 

(Immagine di repubblica.it)

Insomma, non vi resta che scegliere! Nel frattempo vi auguriamo di trascorrere serenamente questa meravigliosa giornata di festa all’insegna delle tradizioni partenopee! 

A cura di Laura Imperato.

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