Che sia fruita attraverso la radio o tramite i nuovi canali digitali, la musica ancora oggi rappresenta un elemento centrale nella vita dell’ uomo. Spesso in Italia si parla di una deriva musicale, data dall’ascesa del “nuovo” fenomeno della Trap che spopola nelle casse dei giovani italiani.
La Trap ha quasi sempre delle tematiche ricorrenti (soldi, sesso, droga e alcool) e questo fa storcere il naso alle generazioni passate, quelle di Vasco Rossi, Battisti e Lucio Dalla per citarne alcuni; la colpa di questo nuovo genere musicale sarebbe quello di fomentare l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti, oltre che a portare un fascino verso una vita senza valori. Siamo davvero sicuri che questi mostri sacri della musica toccassero argomenti tanto diversi? Se analizzassimo molti dei testi passati troveremmo delle frasi del tipo “… e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere, se poi è tanto difficile morire”; oppure “coca cola si coca cola, a me mi fa impazzire, con tutte quelle, tutte quelle bollicine…”.
I cultori musicali avranno senz’altro riconosciuto al primo sguardo la paternità di queste frasi (Vasco Rossi e Lucio Battisti) possiamo dire che queste due istituzioni incoraggino condotte poco raccomandabili? No, la verità è che la musica è una materia liquida, che cambia a seconda dei tempi e degli ascoltatori, i temi fisiologicamente ruotano, a volte ritornano, solo in una forma totalmente diversa dal passato.
Oggi grazie all’avvento dei nuovi canali digitali, abbiamo accesso ad una svariata mole musicale, questo permette una scelta totalmente personalizzata per l’ascoltatore che sviluppa sempre più un proprio gusto musicale, meno influenzato dalle Hit radiofoniche.
Il contraltare della musica trap in Italia sembrerebbe quella Indie, un genere che sforna continuamente nuovi artisti: Thegiornalisti, Calcutta, Carl Brave x e Franco 126 tra gli altri. Sembrerebbero loro i nuovi eredi dei cantautori passati, artisti che parlano dell’amore e della vita in una veste fresca ma non per questo meno profonda rispetto al passato.
E il POP che ruolo si ritaglia in questo contesto? Un ruolo sempre di primo piano, perché è un genere che riesce a mixare diverse influenze e abbraccia la parte più massiccia degli ascoltatori. Il cantante che in questo momento è il simbolo del pop italiano 2.0 è senza ombra di dubbio Ultimo. L’artista romano ha avuto un’ascesa incredibile che l’ha portato nel giro di un anno a riempire lo Stadio Olimpico di Roma, un tempio riservato solo ai grandi della musica.
Dopo questa brevissima analisi possiamo parlare allora di deriva musicale? No, nella maniera più assoluta. La sintesi è sempre la stessa, la musica non ha tempo, o meglio è sempre troppo avanti o troppo antica per qualcuno, quindi non ci resta che allontanarci da ogni tipo di pregiudizio, chiudere gli occhi e ascoltare, per allontanarci da una realtà molto spesso dolce amara, come la musica del resto.
Consigli spassionati :
Indie: Gazzelle, Giorgio Poi, Franco 126;
Pop: Ultimo, Enrico Nigiotti, Marco Mengoni;
Trap/rap: Salmo, Gemello, Mr. Rain
A cura di Vincenzo Torino